Descrizione
Atlas shrugged è un romanzo estremamente importante nella storia della letteratura e politica americane e mondiali. Non solo è uno dei libri che ha influito di più nella vita di chi lo ha letto ma è anche uno dei più lunghi romanzi nella storia della letteratura per numero di parole, caratteri e pagine, più lungo de I miserabili di Hugo e di Guerra e pace di Tolstoj.
Durante la recessione di alcuni anni fa, fu uno dei libri più venduti al mondo e divenne 33esimo nella chart di Amazon. Non male per un libro ostico, lunghissimo e scritto negli anni 50. Questo straordinario successo quindi non è relegato solo alla stretta cerchia dei libertari ma attraversa tutte le classi sociali, i continenti e tutti i decenni fin da quando fu pubblicato nel 1957.
In Italia è poco conosciuto. La rivolta di Atlante non è per tutti i palati sia per la lunghezza, complessità dei temi e trama e deve essere letto solo dopo aver avuto una approfondita comprensione di base del libertarismo. Senza una comprensione del processo mentale libertario si rischia il rigetto completo, in certi casi perfino l’odio nei confronti del romanzo e dell’autrice. Cosa ha determinato questo gap in Italia? Pregiudizio, soprattutto, nei confronti della cultura libertaria: il libertarismo è quasi sconosciuto nel Bel Paese e viene spesso confuso col liberalismo. Non solo, La rivolta di Atlante è un libro rivoluzionario, uno di quelli che i governi dovrebbero vietare. In un’Italia monopolizzata dal pensiero fascista prima, democristiano e comunista poi e ora berlusconiano un libro del genere non ha pubblico.
Trama, tematiche e stile
In un futuro non tanto lontano il mondo (e soprattutto gli USA dove è ambientata la nostra storia) è testimone della più grande crisi economica e sociale della sua storia. L’economia collassa, la disoccupazione raggiunge livelli allarmanti, le rivolte sono all’ordine del giorno, navi pirata assaltano e distruggono qualsiasi nave che solchi gli oceani e i governi decidono di contrastare tutto questo aumentando ulteriormente il controllo sullo stato e sui cittadini; rendendo di fatto l’intero globo una dittatura socialista. Allo stesso tempo le più grandi menti del tempo stanno scomparendo volatilizzate nel nulla. La protagonista del romanzo, Dagny Taggart, è una giovane imprenditrice erede di una compagnia di ferrovie transcontinentali, la quale si trova a dover combattere ogni giorno per poter tenere in piedi la compagnia nonostante il mondo stia collassando su se stesso. Dagny è una imprenditrice che lavora duro e che si “sporca le mani” insieme ai suoi lavoratori che la amano e la rispettano. La storia di Dagny è quella di una battaglia contro le inutili ed oppressive leggi socialiste del suo paese e soprattutto contro suo fratello, James, co-erede della compagnia, il quale è amico dei più potenti a Washington e insieme a loro decide di prendere il controllo totale sul paese per il “nobile” obiettivo dell’uguaglianza socialista.
Durante il romanzo una domanda viene ripetuta con insistenza da tutti i protagonisti: Whois John Galt? (da cui il titolo di questo blog). Solo nella terza parte del libro, cioè alla fine, si scopre chi è veramente John Galt: un ingegnere figlio di un meccanico dell’Ohio che lavora in una fabbrica di automobili, la Twentieth Century Motor Company, che si ribellerà al regime socialista organizzando il primo sciopero intellettuale della storia.
L’Atlante a cui fa riferimento il titolo del romanzo era un titano della mitologia greco-romana che sosteneva il globo terracqueo. La rivolta di Atlante si basa proprio su quest’analogia tra Galt e il mitico Atlante. Cosa succede quando i “prime movers”(come nell’aristotelico Primo Motore) decidono di non lavorare più? Cosa succede quando gli atlanti che sorreggono la società decidono di lasciar cadere il globo dalle loro spalle?
Il romanzo gira intorno alla ribellione di pochi illuminati atlanti, i quali abbandonano il mondo al suo destino mostrando a tutti chi veramente manda avanti la macchina della società umana. Pochi lavorano e tanti sfruttano. E’ destino che pochi creino e la maggioranza distrugga: questo il senso del romanzo.
La rivolta di Atlante è un inno all’individuo, alla sua intelligenza e creatività. Celebra l’egoismo etico come virtù essenziale per lo sviluppo di una società più libera. Razionalità, onestà, produttività, orgoglio sono le parole d’ordine nel romanzo. Allo stesso tempo La rivolta di Atlante è un macigno contro il sacrificio dell’individuo, contro tutte le teorie politiche totalitarie che chiedono il sacrificio dei pochi per i molti come fascismi, comunismi, socialismi e integralismi religiosi.
Tra i vari temi affrontati, oltre a quelli economici, politici e morali, ci sono anche il sesso e la condizione femminile. La rivolta di Atlante è sicuramente un romanzo unico anche da questo punto di vista perché introduce un’eroina molto diversa dallo stereotipo degli anni ’50. Una donna indipendente, fautrice del proprio destino, che spesso comanda sugli uomini, che vive l’amore ma soprattutto la sessualità in modo adulto e senza il fardello della mentalità dell’epoca. Dagny Taggart fa sesso per il proprio piacere e senza preoccuparsi delle conseguenze o del chiacchiericcio della società. Dagny sicuramente rispecchia la scrittrice, una donna tutta d’un pezzo, indipendente, battagliera e moderna.
AS come romanzo fantascientifico
Chiedete ad un appassionato di fantascienza se conosce La rivolta di Atlante e la sua autrice Ayn Rand e sicuramente otterrete una risposta negativa.
Dal punto di vista delle tematiche e dell’ambientazione La rivolta di Atlante è essenzialmente un romanzo di fantascienza distopica dalle atmosfere dieselpunk. La fantascienza distopica è quella corrente fantascientifica che racconta di una società futuristica degradata nella quale uno o più governi repressivi hanno preso il potere e reprimono le libertà dei cittadini. Di questo genere fanno parte 1984 di Orwell (Grande Fratello anyone?), Brave new world di Huxley, Fahreneit 451 di Bradbury, We di Zamyatin e appunto AS della Rand. Nel cinema Brazil, Equilibrium, V per Vendetta e in un certo senso anche Matrix. Come è possibile che La rivolta di Atlante non compaia quasi mai nella lista dei romanzi di fantascienza più famosi è un mistero. Il libro di fantascienza forse più venduto al mondo. E gli appassionati di fantascienza si lamentano che il loro genere è poco conosciuto e letto! Pregiudizio? Tanto. Ma soprattutto la miopia di editori, media e accademici ha contribuito in modo decisivo ad ignorare quest’opera in Italia. Eppure, uno dei più venduti videogiochi fantascientifici della storia, Bioshock, si ispira proprio su AS e sull’ideologia randiana.
Dicevo che le atmosfere e l’estetica di La rivolta di Atlante sono dieselpunk. Cosa è il dieselpunk? Il
dieselpunk è una recente costola dello steampunk che utilizza l’estetica e le tecnologia che va dagli anni 20 agli anni 50 catapultata nel futuro. La società di AS è dominata dall’acciaio e dai motori a combustione. I treni sono i mezzi più veloci e più utilizzati per potersi muovere nel continente americano. L’aviazione esiste e si parla spesso di jet, ma sono i treni a farla da padrone. La TV non viene menzionata ma la radio è usatissima. Uno strano mix tra anni 20 e anni 50 appunto.
Tra le tecnologie fantascientifiche degne di nota esiste il cosiddetto Rearden Metal, la lega d’acciacio più forte e malleabile della storia dell’umanità, il Progetto X, un’arma sonica segreta in mano al governo, l’avveniristico motore di John Galt, e la descrizione della città segreta di John Galt, piena di strumenti e meccanismi futuristici.
La rivolta di Atlante come romanzo politico-religioso
La rivolta di Atlante è il manifesto di un credo politico libertario inventato proprio dalla Rand: l’oggettivismo. L’oggettivismo è una teoria politica che celebra l’individuo e che fra le altre cose pone come obiettivo la propria felicita’ completata slegata dal resto della società o come dice la stessa Rand:
“My philosophy, in essence, is the concept of man as a heroic being, with his own happiness as the moral purpose of his life, with productive achievement as his noblest activity, and reason as his only absolute.”[1]
L’oggettivismo è una teoria filosofica complessa che parla di etica, metafisica (o sua assenza), logica, politica e arte. Tuttora esistono “seguaci” del movimento che lavorano per la diffusione delle idee della Rand. Vedi l’ “Ayn Rand institute”. Dall’oggettivismo deriva anche che il prodotto della creatività e del lavoro di ogni uomo appartiene a quell’uomo e non può essergli estorto con la forza. Così come sfruttare il lavoro di un uomo porta allo schiavismo, così prendergli la sua proprietà frutto del suo lavoro porta al furto della maggioranza nei confronti del singolo. L’individuo può, se vuole, lavorare per qualcuno o donare parte del frutto del suo lavoro ma questo riguarda appunto il libero scambio tra uomini liberi. Ma attenzione, l’oggettivismo non è una teoria anarco-capitalista. Gli oggettivisti sono minarchici, ovvero vogliono lo stato ai minimi termini che si occupi di giustizia e protezione.
La rivolta di Atlante è un romanzo prometeico, un guanto di sfida nei confronti del mondo. C’è un eroe, John Galt, che è a conoscenza dei segreti del mondo e che tenta di ribellarsi al totalitarismo dei governi. La figura mitica di Galt attraversa l’intero romanzo fino al suo famosissimo discorso finale in cui dà precise istruzioni al mondo su come combattere il totalitarismo e tornare ad essere liberi. Prometeo-Galt porta il fuoco-libertà all’uomo per farlo uscire dal suo stato di schiavitù permanente. Gli déi-governo cercano in tutti i modi di eliminarlo perché non vogliono che il fuoco-libertà venga portato agli uomini.
La rivolta di Atlante è anche un romanzo religioso. C’é un eroe giusto, dai valori fondanti, che conosce la strada luminosa per uscire dalle tenebre. Prometeo, Gilgamesh, Messia, Lucifero, Paul Atreides, scegliete voi. John Galt è una figura indubbiamente dall’aura religiosa.
Un uomo retto, senza compromessi, dalla logica perfetta e fredda. Un faro da seguire.
La rivolta di Atlante è un libro religioso anche per la sua simbologia, per la dicotomia tra bene e male assoluti, tra personaggi stereotipati e bidimensionali. Esiste il bene assoluto da una parte di cui solo i pochi illuminati protagonisti sono portatori e un male assoluto che corrompe la maggior parte delle persone dall’altra. Non esiste alcuna scala di grigi: o si è santi o si è malvagi-meschini-ignoranti. La salvezza esiste solo in Galt.
Attenzione però: La rivolta di Atlante è un libro profondamente religioso ma allo stesso tempo profondamente ateo. Ayn Rand era famosa per il suo ateismo militante e l’intera sua opera letteraria e filosofica è pervasa dall’ateismo. Non c’è traccia di alcun dio trascendente nell’universo randiano. O meglio, l’unico dio per Rand è l’Uomo, la cui razionalità e creatività rappresentano gli attributi divini per eccellenza. L’Uomo è dio di se stesso e la sua intelligenza dovrebbe essere adorata per ogni piccolo miracolo tecnologico che inventa. In poche parole La rivolta di Atlante è un manifesto transumanista ante-litteram. Ed infatti non sono poche le convergenze tra Oggettivismo ed Estropismo transumanista.
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